Luvanor, Acrylic on canvas, 20X20, London November 2012
Centrocampista emergente nel campionato Goiano (il campionato dello Stato del Goiás, in Brasile), Luvanor Donizete Borges, detto Luvanor (Pirajuba, 15 febbraio 1962) venne ingaggiato dal Catania nel 1983 insieme al connazionale Pedrinho per rinforzare la rosa in vista del ritorno dei siciliani, dopo 20 anni, nel Campionato di Serie A. Le aspettative riposte nel giovane, che nel 1979 aveva fatto parte della selezione olimpica brasiliana e aveva vinto col Goias due campionati statali nell’81 e nell’83, furono deluse ampiamente: in 30 presenze, Luvanor non fu in grado di mettere a segno alcuna rete. Solo 4 gli assist. Alla fine della stagione il Catania torno’ mestamente in Serie B. Luvanor venne subito etichettato come “bidone”, uno dei tanti degli anni ’80 passati come meteore nel Campionato di Calcio italiano.
Tuttavia, anziche’ abbandonare la squadra scesa in una categoria inferiore, Luvanor resto’ a Catania per altri due anni e, per quanto le prestazioni fossero deludenti, il suo primo goal con la casacca rossoazzurra permise al Catania di evitare (almeno per il momento) il baratro della Serie C.
Certamente non era l’erede di Zico come qualcuno credeva ma neanche il brocco con cui e’ fissato nell’immaginario collettivo degli appassionati di calcio italiani: piu’ probabilmente Luvanor e’ stato uno dei tanti talenti che il movimento calcistico italiano ha distrutto negli anni ’80 quando, grazie “all’apertura delle frontiere”, vennero ingaggiati giocatori semi-sconosciuti, in particolare dal Sudamerica per stuzzicare gli appetiti delle tifoserie ma evidentemente non adatti alla pressione della Serie A, all’epoca uno dei piu’ prestigiosi campionati di calcio.
Ma se per gli italiani era un bidone, Luvanor godeva in patria di una reputazione certamente migliore: una volta andato via dalla Sicilia, milito’ nel Flamengo, nell’Internacional, ancora nel Goias prima di chiudere la carriera nel Bahia (vincendo il titolo del Campionato Statale nel 1993).